Crediti immagine: Marcelo Camargo/Agência Brasil

PL 490 e Marco Temporal minacciano i diritti delle popolazioni indigene, avverte l'istituto

Uno studio senza precedenti prodotto dall'Istituto di ricerca ambientale amazzonica (IPAM) mette in guardia dal rischio di futura distruzione della vegetazione autoctona nell'Amazzonia legale - che copre anche parte del Cerrado e del Pantanal - se il disegno di legge (490/2007 alla Camera) sarà approvato dei Deputati, trasmessa come 2903/2023 al Senato Federale), che limita la delimitazione delle terre indigene, e la fissazione dei termini da parte della Corte Suprema Federale (STF).

La stima è che tra 23 e 55 milioni di ettari di aree native verranno deforestate e potrebbero scomparire, con conseguente emissione tra 7,6 e 18,7 miliardi di tonnellate di carbonio, equivalenti a 5 e 14 anni di emissioni dal Brasile, ovvero 90 e 200 anni di emissioni derivanti dai processi industriali, rispettivamente.

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“Oltre ad essere del tutto inadeguati alla luce della Costituzione federale, che tutela il diritto dei popoli indigeni alle loro terre, il disegno di legge e la sua tempistica metteranno a rischio anche l’equilibrio climatico della regione amazzonica, colpendo il Paese come un Totale . Possiamo dire addio all’obiettivo di deforestazione zero dell’attuale governo e all’impegno del Paese a ridurre le emissioni di carbonio. Ci avvicineremo pericolosamente al “punto di non ritorno” che decine di scienziati sostengono; Queste strane iniziative minacciano la sicurezza nazionale”, ha affermato Paulo Moutinho, ricercatore senior dell’IPAM e coordinatore dello studio.

L'analisi dell'IPAM ha preso in considerazione 385 terre indigene, il cui decreto di ratifica è stato firmato dopo la Costituzione federale del 1988.

I ricercatori hanno avanzato due scenari per le TI esistenti: I. grave, con una previsione di una futura deforestazione del 20% sulle terre indigene in Amazon e 50% per Chiuso e palude; e II. molto grave, con una deforestazione del 50% nelle terre indigene dell’Amazzonia e del 70% nel Cerrado e nel Pantanal.

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L’avanzamento della distruzione della vegetazione autoctona, previsto dallo studio, avrà implicazioni sul regime delle precipitazioni nella regione, con conseguenti cambiamenti nelle condizioni climatiche in tutto il paese. Gli impatti sull’agricoltura, sull’allevamento e sulla produzione di energia potrebbero essere particolarmente rilevanti.

Le terre indigene occupano solo il 13% del territorio nazionale e sono le categorie di terreni con il tasso di deforestazione più basso (< 2%) nella regione amazzonica, rispetto alla deforestazione nelle aree private (> 30%). Tuttavia, dal 2019 al 2021, nella sola Amazzonia, l’aumento della deforestazione sulle terre indigene è stato del 153% rispetto ai tre anni precedenti. Lo scenario, causato principalmente dall’aumento del land grabbing e della deforestazione illegale, potrebbe peggiorare se venissero approvate modifiche alla legislazione sui diritti degli indigeni.

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