In SP, la legge “Non stare zitto” è stata ispirata dalla legislazione spagnola

Ispirandosi a una legge spagnola, la città di San Paolo è la prima in Brasile a creare un protocollo - di accettazione volontaria - che accoglie e protegge le vittime di violenza sessuale nei bar, nelle discoteche e in altri spazi ricreativi. Tra le varie linee guida, la legge attribuisce alla struttura in cui si è verificato l'abuso la responsabilità di fornire le prime cure alla vittima e di aiutare nelle indagini. La proposta potrebbe diffondersi in tutto il Paese.

“Riservare ai responsabili e che operano negli spazi ricreativi il ruolo attivo nell'individuare le situazioni che mettono a rischio l'integrità degli utenti e nel garantire la dovuta attenzione alle vittime di violenza sessuale”. Questa è la funzione principale della legge 'Non essere silenzioso' sancito dalla città di San Paolo.

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L’iniziativa potrebbe essere la “piccola spinta” per altri progetti simili in fase di elaborazione nelle camere legislative di tutto il Brasile. Al Senato c’è un altro progetto (PL 785/2023) che crea anche un protocollo simile a quello di San Paolo, attualmente in corso. L’idea è di portarlo a livello nazionale.

Il testo si ispira alla legge spagnola 'No Callem', applicata nel caso del giocatore Daniel Alves, a Barcellona. Il protocollo No Callem è stato creato dal governo di Barcelona nel 2018 per combattere la violenza sessuale e la violenza sessista negli spazi ricreativi della città, come club e bar.

A San Paolo la legge si chiamava “Não Se Cale”.

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Cosa determina il protocollo “Non tacere”?

Gli stabilimenti sono responsabili della violenza sessuale dal momento in cui si verifica la violenza all'interno dello stabilimento. Il luogo deve offrire assistenza, mettere a disposizione della vittima informazioni e immagini. Inoltre, l'istituto deve chiamare la polizia se richiesto dalla vittima.

Il personale deve essere formato per identificare la violenza e ogni volta che si verifica un caso deve essere seguito un piano d’azione. Il testo prevede la distribuzione di un opuscolo sulle fasi del protocollo, il sito del Comune di SP ne renderà disponibili i contenuti.

A San Paolo, invece, rispetto del protocollo “Non stare zitto”. non compulsivo, ma piuttosto volontario. I luoghi che si uniscono riceverà un timbro identificativo, che deve essere collocato in un luogo visibile a tutti. Se lo stabilimento non rispetta il protocollo, il sigillo viene rimosso.

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Le strutture interessate ad aderire al protocollo devono contattare il municipio per accedere al piano d'azione e alle linee guida in caso di violenza sessuale, nonché per accedere al sigillo.

Il testo prevede inoltre:

  • la vittima non deve essere lasciata sola in nessun momento dal momento dell'identificazione della violenza;
  • la vittima deve ricevere informazioni e orientamento sulle procedure legali e sanitarie svolte dopo la violenza;
  • i dipendenti devono garantire la riservatezza della persona aggredita e la presunzione di innocenza delle persone accusate di aggressione;
  • I dipendenti devono evitare segnali di complicità con il possibile aggressore, anche per ridurre la tensione.

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