La Cina allenta le restrizioni anti-covid dopo le proteste

Diverse città cinesi hanno deciso di allentare le severe misure anti-covid a partire da questo venerdì (2), in seguito alle grandi manifestazioni degli ultimi giorni per chiedere la fine delle restrizioni. Tra le misure c'è la fine dell'obbligo dei test giornalieri.

L'indignazione e la frustrazione della popolazione per la politica “zero Covid”, imposta dalle autorità per combattere la pandemia, ha provocato, lo scorso fine settimana, le più grandi proteste degli ultimi decenni nel Paese.

PUBBLICITÀ

A partire da questo venerdì (2), la metropoli di Chengdu (sud-ovest) non richiederà più un recente test negativo per consentire l'ingresso in luoghi pubblici o l'accesso alla metropolitana. Adesso basta solo il passaporto sanitario verde, che confermi che la persona non ha attraversato nessuna zona “ad alto rischio”.

Nella capitale Pechino, le autorità hanno chiesto agli ospedali di non respingere più i pazienti che non risultano negativi al test PCR da meno di 48 ore.

La Cina ha registrato diversi decessi dovuti ai ritardi nelle cure mediche causati dalle misure anti-covid. È il caso di un bambino di quattro mesi morto a causa dell'obbligo di restare in quarantena con il padre.

PUBBLICITÀ

A gennaio, nella città di Xi'an, una donna incinta ha perso il suo bambino davanti alla porta di un ospedale che non le permetteva l'ingresso perché non presentava un risultato negativo al test.

Le manifestazioni dello scorso fine settimana hanno ricordato ancora una volta queste morti. Sui social media un messaggio ampiamente condiviso riporta l’elenco dei nomi delle persone morte a causa di negligenze causate da restrizioni sanitarie.

Altre città, anch’esse colpite da nuovi focolai di coronavirus, hanno iniziato ad autorizzare la riapertura di ristoranti, centri commerciali e scuole, tralasciando le severe misure in vigore.

PUBBLICITÀ

Quarantena a casa

Nella città di Urumqi, capitale della regione dello Xinjiang (nord-ovest), teatro di un incendio che ha portato alle prime manifestazioni, le autorità hanno annunciato questo venerdì che supermercati, alberghi, ristoranti e stazioni sciistiche riapriranno gradualmente.

La città, che conta più di quattro milioni di abitanti, ha dovuto affrontare una delle reclusioni più lunghe della Cina. Alcuni quartieri erano chiusi da agosto.

Il 26 novembre un incendio in un edificio residenziale ha causato la morte di 10 persone. In molti hanno affermato che il lavoro dei vigili del fuoco è stato ostacolato dalle restrizioni anti-covid presenti in città.

PUBBLICITÀ

Diário do Povo, il quotidiano del Partito Comunista, pubblica questo venerdì le dichiarazioni di esperti sanitari che sostengono le misure annunciate da alcune autorità regionali per consentire alle persone positive al test covid di mettersi in quarantena a casa.

Si tratta di un cambiamento radicale rispetto alle norme prevalenti in gran parte del Paese, che richiedono che le persone infette rimangano confinate nelle strutture governative.

Il governo ha anche suggerito che potrebbe allentare le restrizioni in tutto il paese. Il vice primo ministro Sun Chunlan ha riconosciuto, mercoledì in un discorso alla Commissione sanitaria nazionale, che la variante omicron è meno pericolosa e ha affermato che il tasso di vaccinazione è aumentato nel paese, secondo l'agenzia statale Xinhua.

PUBBLICITÀ

Figura centrale nella strategia cinese di contrasto alla pandemia, Sun non ha fatto cenno alla politica di tolleranza zero nei confronti del Covid, lasciando intendere che forse questa politica, che da tre anni incide sulla vita della popolazione e sull'economia del Paese, potrebbe presto essere implementata. facilitato. .

(Con AFP)

scorrere verso l'alto