Giocatore iraniano condannato a morte

Il calciatore iraniano Amir Nasr-Azadani è stato condannato a morte per aver partecipato a una protesta a favore dei diritti delle donne in Iran, accusato di tradimento e di essere coinvolto nella protesta seguita alla morte di Mahsa Amini, nella quale sono morti tre agenti di polizia.

La protesta ha avuto luogo il 25 novembre e, oltre ad Azadani, otto persone sono accusate della morte degli agenti di polizia.

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Oltre all'accusa di tradimento, il giocatore è stato indicato dal governo iraniano anche come “partecipante ad un gruppo armato che mira ad attaccare la Repubblica islamica dell'Iran”.

La FIFPro, il sindacato dei calciatori professionisti, ha pubblicato un comunicato dicendosi “scioccata” dalla notizia e chiedendo l'immediato annullamento della sentenza.

Cosa sono queste proteste in Iran?

Il 13 settembre, Mahsa Amini è stata arrestata dalla polizia iraniana e accusata di aver violato il codice di abbigliamento femminile lasciando intravedere una ciocca di capelli. Mahsa è morto all'età di 22 anni, tre giorni dopo il suo arresto.

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Il governo iraniano sostiene che la giovane è morta a causa di una malattia, ma la famiglia di Mahsa nega e sostiene che sia stata picchiata. Migliaia di persone in tutto il Paese protestano contro le leggi e la mancanza di diritti.

Durante la Coppa del Mondo in Qatar, molti tifosi iraniani, che non possono frequentare gli stadi iraniani, hanno usato gli spalti per gridare per la libertà.

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