Il leader dei Quilombola viene brutalmente assassinato a Bahia

Una leader di spicco della comunità nera nel nord-est del Brasile, nota per la sua lotta contro il razzismo, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da uomini mascherati, un crimine che è stato condannato venerdì dal presidente Lula e dagli attivisti (18).

A líder quilombola Maria Bernadete Pacífico foi baleada na quinta-feira (17) por dois homens que usavam capacetes e invadiram um prédio no quilombo Pitanga dos Palmares, perto da cidade de Salvador, segundo o Ministério da Segurança do Estado da Bahia.

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Conosciuta come “Madre Bernadete”, la donna, 72 anni, era coordinatrice del Coordinamento nazionale dell'articolazione delle comunità nere rurali di Quilombos (Conaq), ex segretaria dell'uguaglianza razziale nella città di Simões Filho e religiosa afro-brasiliana capo.

La ialorixá si è battuta anche per ottenere giustizia per l'omicidio di suo figlio, Flávio Gabriel Pacifico dos Santos, un altro leader della comunità ucciso a colpi di arma da fuoco sei anni fa.

Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha espresso il suo “rammarico e preoccupazione” per il crimine.

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"Attendiamo un'indagine rigorosa del caso", ha detto sul suo profilo sul social network X (ex Twitter), aggiungendo che i ministeri per l'uguaglianza razziale e per i diritti umani e la cittadinanza hanno nominato dei rappresentanti per monitorare la risoluzione del caso.

Il Ministero delle Donne, a sua volta, ha condannato il “brutale omicidio” in un comunicato.

La presidente del Tribunale Supremo Federale, la ministra Rosa Weber, ha ricordato di aver incontrato il leader dei quilombola meno di un mese fa, durante una visita a Bahia.

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Lei "mi ha raccontato personalmente della violenza a cui sono esposti i quilombolas e ha rivelato il dolore per la perdita di suo figlio a causa di 14 colpi di pistola all'interno della comunità", in un caso non ancora risolto, ha detto Weber in una nota.

La stampa ha riferito che madre Bernadete avrebbe denunciato minacce da parte di contadini, che hanno frequenti dispute fondiarie con i quilombos e le comunità indigene.

Fondati nel XVII e XVIII secolo da schiavi fuggitivi, in Brasile circa 3.500 quilombo ospitano 1,3 milioni di persone, secondo i dati del censimento del 2022.

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Queste comunità continuano ad essere un simbolo di resistenza e di lotta contro il razzismo nel territorio brasiliano, ultimo paese delle Americhe ad abolire la schiavitù, nel 1888.

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