Manifestazioni in apertura delle partite dei Mondiali

Questo lunedì (21) la seconda partita della Coppa del Mondo in Qatar è stata caratterizzata dalle manifestazioni dei giocatori: la squadra iraniana si è rifiutata di cantare l'inno del Paese prima della partita contro l'Inghilterra. L'atteggiamento è stato interpretato come un messaggio al regime iraniano che sta cercando di reprimere una serie di manifestazioni popolari in corso nel Paese. Gli inglesi si sono inginocchiati in campo per protestare contro il razzismo. Il capitano della squadra indossava una fascia nera al braccio con la scritta “no alla discriminazione”.

Gli 11 titolari della nazionale iraniana sono rimasti in silenzio durante l'inno del paese, prima della partita che si è svolta allo Stadio Internazionale Khalifa.

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Da più di due mesi l'Iran è attraversato da un'ondata di proteste innescate dalla morte della giovane Mahsa Amini, che era sotto la custodia della polizia morale.

Protesta sugli spalti

Anche gli iraniani hanno protestato sugli spalti contro il governo autoritario del paese.

Secondo il New York Times, "i tifosi iraniani che portavano la bandiera persiana sono stati esclusi dalla partita della Coppa del Mondo del loro paese contro l'Inghilterra a meno che non avessero consegnato le bandiere, che sono viste come un simbolo di protesta contro il governo teocratico dell'Iran". Alcuni sono riusciti a manifestare silenziosamente, erigendo cartelli di protesta.

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Ricorda il caso Mahsa Amini

Mahsa Amini aveva 22 anni ed è stata arrestata dalla “polizia morale” iraniana per aver indossato in modo errato l’hijab – il velo che copre i capelli. In carcere è successo qualcosa, la giovane è stata ricoverata in ospedale ed è morta il 16 settembre.

Contro il razzismo e l'omofobia

I giocatori dell'Inghilterra si sono inginocchiati in campo, prima della partita con l'Iran, per ricordare l'omicidio di George Floyd, soffocato da un agente di polizia negli Stati Uniti, nel maggio 2020, in un atto di protesta contro il razzismo.

Vietato dalla FIFA di indossare la fascia 'One Love' – contro la criminalizzazione dell'omosessualità in Qatar – il capitano inglese Harry Kane ha deciso di indossare un altro striscione, dicendo “no alla discriminazione”.

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