Lunedì questi quattro paesi hanno espresso sostegno a Castillo e hanno chiesto il rispetto della volontà popolare in una dichiarazione congiunta. “Esortiamo coloro che fanno parte delle istituzioni ad astenersi dal ribaltare la volontà popolare espressa attraverso il libero suffragio”, si legge nella nota.
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Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha ribadito martedì che, per il suo Paese, “Pedro Castillo continua ad essere il presidente”, essendo stato eletto democraticamente.
Na diplomazia, la convocazione delle consultazioni avviene quando un Paese richiama il proprio ambasciatore per riferire su un aspetto specifico. È un gesto comunemente usato per esprimere disagio per una situazione specifica.
Auto-sciopero
Castello È stato destituito il 7 dicembre dal Congresso, dopo un fallito tentativo di autogolpe, con il quale intendeva chiudere il Parlamento e governare per decreto.
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L'ex presidente peruviano, insegnante rurale lontano dalle élite peruviane, è stato arrestato mentre si recava all'ambasciata messicana per chiedere asilo.
Il vice presidente Dina Bolarte Ha assunto il potere costituzionalmente, ma ora si trova a fronteggiare forti proteste da parte di associazioni e organizzazioni contadine e indigene, che chiedono le sue dimissioni, il rilascio di Castillo e elezioni immediate.
La violenza scaturita dalle manifestazioni, con il blocco di aeroporti e strade, ha già provocato almeno sette morti e 200 feriti. Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza, con la partecipazione delle Forze Armate al controllo della pubblica sicurezza.
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(AFP)