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Il presidente dell'Ecuador, minacciato di destituzione, decreta lo scioglimento del Congresso

Il presidente dell'Ecuador, Guillermo Lasso, ha decretato mercoledì (17) lo scioglimento del Congresso a causa di una "grave crisi politica", che scatenerà elezioni anticipate.

Il capo dello Stato, che rischia un processo politico per presunta appropriazione indebita, ha ordinato “lo scioglimento dell'Assemblea nazionale a causa di una grave crisi politica e di disordini interni”, si legge nel documento diffuso dalla Presidenza.

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In un Paese impantanato nella violenza legata al traffico di droga e nel malcontento popolare per il costo della vita, Lasso ha chiesto al Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) di indire elezioni generali anticipate.

La Costituzione prevede che entro un termine massimo di sette giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento nella Gazzetta Ufficiale, il corpo elettorale indisca le elezioni legislative e presidenziali per il completamento del quadriennio in corso.

"È una decisione democratica non solo perché è costituzionale, ma perché restituisce al popolo ecuadoriano la possibilità di decidere", ha detto Lasso alla televisione nazionale.

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Martedì il presidente è comparso davanti all'Assemblea nazionale per difendersi dalle accuse di presunta appropriazione indebita. Secondo le accuse, Lasso avrebbe deciso di portare avanti un contratto firmato prima del suo insediamento, nonostante le voci secondo cui sarebbe stato dannoso per lo Stato.

Il contratto per il trasporto di petrolio con il gruppo internazionale Amazonas Tanker ha causato perdite per oltre 6 milioni di dollari (29,4 milioni di reais, a prezzi correnti). Il presidente non è stato perseguito per alcun reato nella giustizia ordinaria e ha assicurato di aver presentato una denuncia al Pubblico Ministero nel 2022 per indagare sul caso.

Fino all'insediamento della nuova Assemblea nazionale, Lasso potrà governare emanando decreti di urgenza economica, ma previo parere favorevole della Corte Costituzionale.

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È la prima volta che un presidente applica la cosiddetta “morte incrociata”, che può essere esercitata una sola volta durante i primi tre anni del suo mandato. Il Parlamento ha tentato di licenziare Lasso nel giugno dello scorso anno, nel mezzo delle violente proteste indigene contro l’alto costo della vita, ma mancavano 12 voti per rimuoverlo dal potere.

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