La Corte Suprema rinvia il giudizio sui social a luglio e Fake News PL guadagna tempo

La Corte Suprema Federale deve giudicare due ricorsi che implicano la responsabilità delle piattaforme, come ad esempio Google, Facebook, TikTok, Twitter, Telegram e WhatsApp, per pubblicazioni illegali consentite dalle big tech. Ma i ministri hanno deciso di rinviare il processo a giugno, il che dà ai deputati federali più tempo per decidere, attraverso il Fake News Bill, come dovrebbero agire le piattaforme in questi casi, creando una regolamentazione più severa per regolamentare siti web, motori di ricerca e social network.

Il processo alla STF avrebbe dovuto svolgersi questo mercoledì (17) in plenaria, ma l'analisi è stata rinviata su richiesta dei relatori, i ministri Dias Toffoli e Luiz Fux.

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I ricorsi sono arrivati ​​alla Corte Suprema nel mezzo dell'impasse, al Congresso Nazionale, sul cosiddetto Legge sulle notizie false, il cui voto è stato rinviato anche alla Camera dopo una forte campagna da parte delle aziende tecnologiche contro il progetto.

Oltre alle conseguenze politiche, piattaforme come Google e Telegramma sono indagati per presunto abuso di potere economico nel caso.

È stata aperta un'indagine presso la Corte Suprema, per ordine del Ministro Alexandre de Moraes e su richiesta della Procura Generale (PGR), oltre ai ricorsi riguardanti l'articolo 19 del Marco Civil da Internet (esonera le piattaforme di social media dalla responsabilità se non rimuovono i contenuti illegali). Il Consiglio economico amministrativo (Cade), che vigila sul rispetto delle regole di concorrenza, indaga anche sulla condotta delle imprese.

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Non c'è ancora una data per il ritorno della questione in Aula della Camera, visto il dubbio se il PL di Fake News otterrà abbastanza voti per passare.

La regolamentazione delle piattaforme digitali spetta alla Giustizia o al Congresso?

I ministri che compongono l'STF sostengono che questo è un caso che dovrebbe essere trattato dai legislatori del paese, cioè dai deputati federali. La Corte Suprema dovrebbe agire solo per “colmare eventuali omissioni del Congresso”.

Dopo il colpo di stato dell'8 gennaio, pianificato ed eseguito con l'aiuto di applicazioni di messaggistica e social network, diversi ministri della Corte Suprema hanno preso pubblicamente posizione in difesa della regolamentazione di queste piattaforme.

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In questo modo, i reati di incitamento all’odio, adescamento di minori a delinquere o a fini sessuali, compiuti attraverso piattaforme digitali come Telegram, Google, YouTube e i social network, ad esempio, avrebbero una responsabilità condivisa tra le società che li gestiscono e i loro autori. Nella maggior parte dei casi, le Big Tech hanno fatto ben poco per fermare la diffusione di messaggi antidemocratici.

Scopri, in questo video, qualcosa in più sulla controversia che circonda le Fake News PL ⤵️:

@curtonews Telegram ha affermato che potrebbe conferire potere di “censura” al governo brasiliano. Già il Google, ha affermato che è aumentatoaria “confusione su ciò che è vero o falso”. Ma cosa propone realmente il Fake News PL? #pldasfakenews #fakenews #social ♬ suono originale – Curto Notizie

(Con Agenzia Brasile)

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