Il supremo limita la condivisione dei dati personali tra gli organi del governo federale

La Corte Suprema Federale (STF) ha annullato alcune parti del decreto del governo federale che regolava la condivisione dei dati personali tra organi della pubblica amministrazione. Edito dal presidente Jair Bolsonaro (PL) nel 2019, il decreto ha creato il registro di base dei cittadini e il comitato centrale per la governance dei dati. Tuttavia, i ministri della Corte Suprema hanno capito che, per rispettare la Legge Generale sulla Protezione dei Dati (LGPD), questo scambio di informazioni all'interno degli organi governativi deve essere limitato al "minimo necessario".

L'atto amministrativo autorizza la condivisione di informazioni quali nome civile o sociale, data di nascita, appartenenza, luogo di nascita e nazionalità, sesso, stato civile, gruppo familiare, indirizzo, caratteristiche biologiche ed ereditarie, oltre a documenti come CPF e identificativo elettore.

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Dopo tre sessioni di prova, i ministri hanno deciso che lo scambio di informazioni deve essere limitato al “minimo necessario” e deve rispettare i requisiti stabiliti dalla legge generale sulla protezione dei dati (LGPD).

L'Aula ha inoltre definito che i dipendenti pubblici possono essere ritenuti responsabili per improbabilità amministrativa qualora sia dimostrato che vi sia stato un abuso nel trattamento dei dati o una violazione della riservatezza delle informazioni.

Il governo federale deve riformulare il comitato centrale per la governance dei dati, che attualmente è composto solo da rappresentanti degli organi esecutivi, per includere membri della società civile. Il termine per conformarsi alla decisione è di 60 giorni.

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COSA DICONO GLI AVVOCATI

Per l'avvocato Marcus Vinícius Vita Ferreira, partner di Wald, Antunes, Vita e Blattner Advogados, la sentenza è il più grande precedente giudiziario sulla protezione dei dati in Brasile. “Con l'oggettiva delimitazione dei limiti del potere pubblico nell'ingerenza nella vita privata”, spiega.

Partner di BBL Advogados e direttore delle Nuove Tecnologie del Centro Brasiliano di Mediazione e Arbitrato (CBMA), Daniel Becker afferma che il decreto indebolisce un “libro di diritti legati alla privacy”.

“La condivisione di dati personali tra soggetti della Pubblica Amministrazione non è una dinamica da vietare, ma necessita piuttosto di una regolamentazione dettagliata, alla luce dei precetti della LGPD, al fine di garantire la sicurezza del vasto portafoglio di dati sensibili che sarà in flusso tra i corpi”, sostiene.

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Fonte: Estadão Conteúdo

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