Crediti immagine: Agência Brasil

Il TSE vieta la candidatura di Roberto Jefferson alla presidenza

L'ex deputato Roberto Jefferson (PTB) - sì, perno centrale dello scandalo 'mensalão' - si è fatto analizzare giovedì (1) la sua candidatura dalla Corte Elettorale Superiore (TSE) e la ha respinta. Fino al 12 settembre il tribunale elettorale intende valutare tutte le candidature presentate per le elezioni generali in Brasile.

La Corte Superiore Elettorale (TSE) ha deciso di vietare la candidatura dell'ex deputato del PTB Roberto Jefferson alla presidenza della Repubblica. Il partito avrà dieci giorni per scegliere un candidato sostitutivo. La decisione è stata presa questo giovedì mattina (1) all'unanimità.

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Non idoneo, perché?

L'ex deputato è stato condannato per improbabilità amministrativa nell'ambito del regime del 'mensalão' (tassa mensile pagata dal governo del PT ai membri del Congresso per l'approvazione degli ordini del giorno dell'esecutivo).

Il Ministero Elettorale Pubblico aveva già contestato la candidatura del politico il 18 agosto, sostenendo che, essendo stato condannato per schema di corruzione, il candidato del PTB rimane ineleggibile fino alla fine del 2023.

Inoltre, Roberto Jefferson è agli arresti domiciliari per un'indagine sulle milizie digitali antidemocratiche.

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La decisione è stata celebrata dagli oppositori sui social media:

Questo giovedì (1°) verrà giudicata la candidatura di Ciro Gomes (PDT). Tutte le candidature degli 11 candidati alla presidenza saranno analizzate fino al 12 settembre.

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