X non rimuove il 98% della disinformazione e dell’incitamento all’odio legati al conflitto Israele-Hamas
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X non rimuove il 98% della disinformazione e dell’incitamento all’odio legati al conflitto Israele-Hamas

L'importanza della moderazione dei contenuti su X (ex Twitter) è diventata ancora più evidente con la recente ondata di violenza tra Israele e Hamas. Un nuovo studio rileva che la piattaforma sembra incapace o disinteressata a rimuovere post che violano le sue stesse regole in materia di odio e disinformazione.

O Centro per combattere l'odio digitale (CCDH) afferma di aver identificato 200 tweet relativi al conflitto Israele-Hamas che violano chiaramente le politiche di Israele X – come contenuti razzisti, disumani o immagini che incitano all'odio. Dopo aver segnalato questi tweet agli ex moderatori dei contenuti di Twitter il 31 ottobre tramite lo strumento di segnalazione ufficiale della piattaforma, il CCDH afferma che 196 di questi tweet erano ancora visibili una settimana dopo.

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Imran Ahmed, fondatore e CEO di CCDH, ha dichiarato: “La nostra analisi dei sistemi di moderazione dei contenuti di X rivela che gli incitatori all’odio sembrano avere la libertà di pubblicare contenuti antisemiti e che incitano all’odio sulla piattaforma X. Elon Musk".

Dei 101 profili individuati dal CCDH, solo uno è stato sospeso e due sono stati “bloccati”. I post riportati su questi account hanno accumulato più di 24 milioni di visualizzazioni.

Inoltre, è stato riscontrato che il 43% dei 101 account che pubblicavano contenuti incitanti all'odio erano verificati, il che, sotto la gestione di Musk, implica che abbiano pagato per una verifica che dia legittimità, autorità e maggiore visibilità ai loro tweet. Questo rapporto del CCDH fa seguito a un'analisi di NewsGuard di ottobre che ha rivelato che circa il 74% dei post più virali sul conflitto Israele-Hamas provenivano da account verificati su X, promuovendo la disinformazione.

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