A ricerca, realizzato dall'Università del Michigan, utilizza i dati di oltre 7,4 milioni di tweet per mappare lo scenario di negazione cambiamenti climatici negli Stati Uniti, rivelando l’influenza dell’affiliazione politica, dei media e di fattori regionali sull’atteggiamento pubblico verso questa questione critica.
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Prevalenza della negazione
Dallo studio è emerso che il 14,8% degli americani non crede nel cambiamento climatico, con tassi di negazionismo più elevati nelle regioni centrali e meridionali del Paese.
Influenza geografica e politica
Le tendenze geografiche indicano una maggiore fiducia nel cambiamento climatico sulle coste, dove gli effetti sono più visibili, mentre l’affiliazione politica, in particolare l’identificazione con il Partito Repubblicano, è un determinante primario del negazionismo del cambiamento climatico.
Ruolo dei media e degli influencer
Alcuni personaggi pubblici e mezzi di informazione conservatori, come l’ex presidente Donald Trump, The Daily Wire e Breitbart, sono stati identificati come contributori significativi alla diffusione della disinformazione sul cambiamento climatico sui social media.
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Gli sforzi di mitigazione sono stati ostacolati
La negazione del cambiamento climatico presenta sfide sostanziali agli sforzi volti a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, potenzialmente ritardando o ostacolando iniziative cruciali per la sostenibilità e la protezione ambientale.
Creare lacune nella conoscenza
La diffusione della disinformazione crea un divario di conoscenze, impedendo alle comunità di adottare misure informate e proattive per aumentare la resilienza contro gli impatti dei cambiamenti climatici, come gli eventi meteorologici estremi.
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