Il nuovo rapporto sulla trasparenza della moda rivela uno scarso impegno da parte dei marchi nei confronti della decarbonizzazione e della deforestazione

I dati del Fashion Transparency Index 2023 mostrano che i 60 maggiori marchi di moda presenti in Brasile hanno ancora molta strada da fare in termini di impegno verso pratiche più sostenibili ed etiche.

Non è un segreto che l’industria della moda sia tra i principali inquinatori, contribuendo, secondo una ricerca, al 4% delle emissioni totali di gas serra.

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Pertanto, in un contesto di emergenza climatica, in cui siamo sempre più attenti alle catastrofi socio-ambientali – molte delle quali già in corso, come siccità e fumo in Amazzonia -, è imperativo che i marchi adottino un atteggiamento più trasparente in relazione alla loro catena di produzione.

La trasparenza è un modo per comprendere come l’industria affronta questioni importanti per combattere questa crisi, al fine di rendere pubblico ciò che ha fatto su questioni legate ai diritti umani e alla natura, riducendo l’impronta di carbonio e assumendo un impegno perpromeimpegno efficace per la conservazione e la rigenerazione dei biomi brasiliani.

In tale contesto, il Indice di trasparenza della moda in Brasile emerge come uno strumento essenziale per valutare il modo in cui i brand affrontano queste sfide. Isabella Luglio, Coordinatrice Educativa dell'Istituto e dell'Indice in Brasile, spiega che questo progetto è un modo per responsabilizzare le persone e anche per ispirare azioni concrete verso una moda socialmente ed ecologicamente responsabile da parte dell'industria. 

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Alla sua sesta edizione, nonostante ITMB abbia ottenuto la media più alta tra i 6 brand analizzati, raggiungendo il 60% dei punti totali, i dati rivelano che la moda brasiliana ha ancora molta strada da fare in termini di impegno verso pratiche più sostenibili ed etiche. .

In positivo, per la prima volta dalla prima edizione del sondaggio nel 2018, sei marchi hanno ottenuto un punteggio superiore al 60%, con C&A con il 70%, seguito da Malwee con il 68%, Dafiti con il 67%, Renner e Youcom, entrambi con il 65%, e Havaianas con il 62%. Tuttavia, nonostante questi progressi, quasi la metà dei marchi valutati (48%) manca ancora di trasparenza, ottenendo meno del 10% del punteggio totale. Di questi marchi, 16 hanno ottenuto zero, come Brooksfield, Havan e TNG.  

In un anno quello eventi meteorologici estremi in Brasile raggiunto numeri storici, comunicare i reali impatti socio-ambientali della produzione dei nostri capi è fondamentale. Sebbene vi sia un aumento del numero di marchi che rendono pubblica la propria impronta di carbonio (il 45% delle aziende dichiara le emissioni dei propri stabilimenti e il 40% le emissioni della propria catena di produzione), altri indicatori relativi alla crisi climatica hanno mostrato una crescita modesta e rimangono bassi: Nemmeno il 98% dei brand pubblica obiettivi scientifici di decarbonizzazione curto termine e lungo termine.

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Inoltre, è importante ricordare che i nostri vestiti, provenienti da risorse naturali, possono avere impatti negativi sulla biodiversità brasiliana, soprattutto in biomi come l’Amazzonia e il Cerrado, che soffrono dei cambiamenti climatici. deforestazione per la produzione della pelle e cotone. I numeri però lo dicono c'è scarsa trasparenza nella ricerca di informazioni sull’implementazione di pratiche di agricoltura rigenerativa (8%) e di impegni misurabili e limitati nel tempo per eliminare la deforestazione (10%).

Questa mancanza di trasparenza aumenta questioncommenti sul vero livello dipromela risposta dell'industria alla crisi climatica, lasciandoci senza informazioni concrete sui reali impatti ambientali generati dai nostri vestiti.

Pertanto, non c’è altra via d’uscita: se vogliamo raggiungere la giustizia sociale e climatica, i marchi di moda che affermano di essere preoccupati per questo problema devono assumersi la responsabilità delle proprie azioni ed essere più trasparenti.

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È possibile accedere al nuovo rapporto qui, ed è disponibile anche in Inglese.

Claudia Castanheira È una comunicatrice socio-ambientale, docente e ricercatrice specializzata in sostenibilità e giustizia socio-ambientale. Ha un master in Discorso e Sostenibilità (USP), fondatrice di Brechós pelo Mundo e collaboratrice di Fashion Revolution in Belgio. @euclaudiacastanheira

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