inquinamento da plastica
Crediti immagine: riproduzione/Unsplash

'Chiudere il rubinetto' alla plastica per salvare il Mediterraneo

Negli abissi, nello stomaco delle tartarughe, sulle spiagge: la plastica è ovunque nel Mediterraneo, il mare più inquinato del mondo. E anche se le operazioni di pulizia si moltiplicassero, solo una drastica riduzione dei rifiuti potrà fermare la catastrofe. A Monaco, un team scientifico internazionale ha scoperto una vera e propria discarica sottomarina profonda più di due chilometri che conteneva sacchetti, tazze o yogurt di una marca francese scomparsa 20 anni fa.

Video dell'AFP

Circa “il 95% dei rifiuti di plastica nell’acqua finisce negli abissi. Quando troveranno questa spazzatura, pilotquelli nei sottomarini sanno di aver toccato il fondo”, spiega all'AFP uno degli scienziati, François Galgani, specialista in materie plastiche dell'Istituto francese di ricerca per l'esplorazione del mare (Ifremer).

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Principale destinazione turistica mondiale e responsabile di circa il 25% del traffico marittimo internazionale, il Mediterraneo è sottoposto a un'intensa pressione umana. Tra il 5% e il 10% della plastica mondiale si trova in questo mare semichiuso, che ha raggiunto un livello di saturazione, avverte il World Wide Fund for Nature (WWF).

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), la plastica provoca ogni anno la morte di un milione di uccelli e di oltre 100.000 mammiferi marini in tutto il mondo.

“Non abbiamo scelta, dobbiamo chiudere il rubinetto”, afferma François-Michel Lambert, presidente del Circular Economy Institute.

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Da Tel Aviv a Barcellona abbondano le operazioni di raccolta dei rifiuti, trasformandoli in cestini, gioielli o altri beni di consumo.

Ma lo sforzo è insufficiente, secondo Lucie Courtial, dell’associazione monegasca Plastic Med. Inoltre, le spedizioni in barca possono “spostare il problema”, a causa delle elevate emissioni di carbonio.

“Mondo senza plastica”

La società di consulenza ambientale britannica SystemIQ stima che, per invertire la tendenza, sia necessario raggiungere l’85%-90% di plastica riciclata entro il 2050, rispetto all’attuale 35% in Europa.

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Ma anche se finiscono nel posto giusto, Lucie Courtial ci ricorda che, “con i rifiuti di plastica, non c'è riciclaggio, ma 'decycling': una bottiglia di latte può diventare un tubo, per esempio, ma dobbiamo reiniettare la materia prima ”.

Il direttore in Francia dell’associazione Plastics Europe, Jean-Yves Daclin, sottolinea che esistono “nuove tecnologie di riciclaggio chimico, che permetteranno di riciclare prodotti che oggi non possono essere riciclati”, o addirittura “produrre plastica a partire dal carbonio catturato nei processi industriali”. produzione" .

Nel Mediterraneo, è la plastica monouso, con gli imballaggi alimentari in testa, a costituire la maggior parte dei rifiuti.

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Per François-Michel Lambert, che ha esercitato pressioni come deputato in Francia per il divieto dei sacchetti di plastica e degli utensili usa e getta, “immaginare un mondo senza plastica è difficile quanto immaginare la fine del mondo”.

(insieme a AFP)

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Video di: WWF

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