Lo stesso giorno, l'Ufficio delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici ha avvertito che gli ultimi impegni internazionali sono “molto lontani” dal raggiungimento dell'obiettivo dell'Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C.
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Nel 2020 e nel 2021, la concentrazione di metano – il secondo maggior contributore riscaldamento globale – sono aumentati rispettivamente di 15 e 18 parti per miliardo (ppb). È difficile determinare l'origine delle emissioni, perché le fonti e i “pozzi” che assorbono il gas possono essere confusi, spiega l'OMM.
Perché?
Negli ultimi tempi si è discusso molto della questione metano, soprattutto dopo il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e la cosiddetta tassa sulla flatulenza del bestiame proposta in Nuova Zelanda.
Martedì (25), la NASA (l’agenzia spaziale americana) ha rivelato di aver rilevato dozzine di “superemettitori” di metano provenienti dallo spazio, luoghi generalmente legati al trattamento dei rifiuti o all’agricoltura.
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Per quanto riguarda la progressione continua della concentrazione di metano nell’atmosfera dal 2007, gli scienziati non ne sono sicuri, ma ritengono che “provenga in gran parte da fonti biogene, come paludi o risaie”.
È ancora troppo presto per dire se gli aumenti del 2020 e dello scorso anno siano dovuti alla più rapida decomposizione della materia organica nell’acqua sotto l’effetto dell’aumento del calore, oppure ad episodi del fenomeno La Niña, che ha creato condizioni favorevoli all’emissione di metano, con l’aumento delle precipitazioni nelle regioni tropicali.
Il segretario generale dell'OMM, Petteri Taalas, ribadisce però che il nemico da sconfiggere è soprattutto l'anidride carbonica.
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"La priorità assoluta è ridurre drasticamente e urgentemente le emissioni di anidride carbonica, che sono la causa principale del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici estremi associati", ha avvertito il segretario generale dell'OMM, aggiungendo che queste emissioni avranno ripercussioni sul clima per migliaia di anni con lo scioglimento dei ghiacci ai poli, il riscaldamento degli oceani e l’innalzamento del livello del mare.
(con l'AFP)
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