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Le sfide per un accordo alla COP15 sulla biodiversità

I delegati di quasi 200 paesi inizieranno la prossima settimana una conferenza sulla biodiversità, COP15, per cercare di raggiungere un importante patto globale per preservare le specie animali e vegetali nel contesto dei cambiamenti climatici. Ma le trattative presentano ancora diversi punti divergenti. Scopri gli obiettivi cruciali per raggiungere un accordo a Montreal.

A COP15 è l'equivalente di biodiversità alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che ha tenuto la sua 27a edizione in Egitto (COP27).

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Per raggiungere un accordo alla fine del COP15, occorre analizzare alcuni punti critici:

Protetto il 30% del pianeta

Dei circa 20 obiettivi in ​​discussione, il principale è noto come 30 per 30, che mira a garantire che il 30% delle terre e degli oceani rimanga sotto una protezione legale minima entro il 2030. Nell'accordo precedente, del 2010, questo obiettivo era del 17%. e 10%, rispettivamente.

Nel dibattito rientra anche il ripristino dei terreni degradati, che potrebbero equivalere tra il 20% e il 30%, cioè 1 miliardo di ettari; ridurre la circolazione delle specie invasive e tagliare l’uso di pesticidi e fertilizzanti, che alcuni paesi vogliono ridurre della metà e ha generato accesi dibattiti sull’argomento in Brasile e Argentina.

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Diritti dei popoli indigeni

I territori delle popolazioni indigene ospitano circa l'80% della popolazione biodiversità rimasti sulla Terra, secondo gli esperti climatici delle Nazioni Unite. Il ruolo di queste persone è diventato un tema centrale nei negoziati, che in linea di principio sono consensuali, ma sono lungi dall’essere rispecchiati negli accordi.

Dopo anni di emarginazione e costrette allo sfollamento, anche per ragioni di conservazione, queste comunità chiedono un consenso libero e informato alla creazione di aree protette.

E vogliono garanzie sulla salvaguardia dei loro diritti e il riconoscimento del loro ruolo in molti degli obiettivi in ​​discussione.

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Biopirateria

La mancata risoluzione della questione della biopirateria, tema ricorrente nei negoziati delle Nazioni Unite, mette a rischio il raggiungimento di un accordo. La biopirateria è qualsiasi sfruttamento di biodiversità e le conoscenze tradizionali ad esso illegalmente associate.

Un gran numero di paesi del sud, primo fra tutti il ​​Sudafrica, chiedono di beneficiare delle risorse biologiche che hanno consentito la produzione redditizia di medicinali o prodotti cosmetici nei paesi ricchi.

Finanziamento

Un argomento che si prevede sarà complesso è quello dei finanziamenti. Il Brasile, sostenuto da 22 paesi, ha invitato i paesi ricchi a fornire “almeno 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2030” affinché i paesi in via di sviluppo preservino il biodiversità, un valore in linea con gli accordi sul clima.

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D'altro canto, i paesi del Nord sono restii a creare un nuovo fondo, la cui gestione è considerata complessa e inefficace, e preferiscono un sistema di trasferimenti diretti.

(insieme a AFP)

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