Il Parlamento europeo adotta la riforma del mercato del carbonio dell’UE

Il Parlamento europeo ha approvato martedì (18) un'ambiziosa riforma del mercato del carbonio nell'Unione europea (UE), un progetto essenziale per gli obiettivi del blocco in relazione alla riduzione delle emissioni di gas serra. I produttori di elettricità e le industrie ad alta intensità energetica devono acquistare quote di emissione sul mercato europeo delle quote di emissione (ETS), creato nel 2005 e che si applica al 40% delle emissioni del continente.

L'UE è collettivamente il terzo maggiore emettitore mondiale di anidride carbonica. Al primo posto c’è la Cina, che nonostante ciò ha aumentato il suo parco di centrali elettriche a carbone promess di ridurre le emissioni di carbonio a zero entro il 2060. Seguono gli Stati Uniti, storicamente il più grande emettitore di gas serra.

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Le quote totali (emissioni di carbonio) create dall’Unione Europea diminuiscono nel tempo, per incoraggiare l’industria a emettere meno. Pertanto la riforma prevede a accelerazione del ritmo di riduzione delle quote proposte, con una diminuzione di 62% entro il 2030, rispetto al 2005. L’obiettivo precedente era 43%.

Allo stesso modo, il mercato del carbonio si estenderà progressivamente al settore marittimo, per poi raggiungere le emissioni dei voli intraeuropei e, dal 2028, gli inceneritori di rifiuti.

L’UE prevede anche un secondo mercato del carbonio per il riscaldamento degli edifici e i carburanti stradali.

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“Con il voto di oggi abbiamo raggiunto un’altra pietra miliare”, ha twittato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Insieme faremo dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero”, ha aggiunto.

Von der Leyen ha invitato gli Stati membri dell’UE a dare l’approvazione definitiva alle rispettive leggi affinché possano entrare in vigore.

Fondo sociale

La riforma adottata martedì prevede il controverso “adeguamento” che, in pratica, è una tariffa.

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Questa misura impone alle aziende che importano nell’UE prodotti che superano gli standard di gas serra del blocco di essere costrette ad acquistare certificati di emissione. Questo aggiustamento entrerà in vigore nell’ottobre di quest’anno, prima di essere applicato all’intero blocco a partire dal 2026.

Le entrate derivanti da questo meccanismo (che secondo le stime dell'UE potrebbero superare i 14 miliardi di euro all'anno, 75,4 miliardi di reais ai prezzi attuali) saranno incorporate nel bilancio generale dell'UE.

Il pacchetto approvato dagli eurodeputati prevede anche a Fondo Sociale per il Clima (FSC), volto a sostenere le microimprese e le famiglie in situazioni vulnerabili nella transizione energetica. Si prevede che il Fondo diventi operativo nel 2026.

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L’UE sta preparando una legislazione specifica per aumentare la competitività industriale europea a fronte dei sussidi statunitensi e dei colossali investimenti cinesi nel settore delle energie rinnovabili.

(Fonte: AFP)

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