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“Tariffe verdi”: cosa sono e perché sono importanti?

L’Unione Europea (UE) è diventata la prima grande economia a legiferare una “tariffa verde” sulle importazioni, da imporre sui beni prodotti con elevate emissioni di anidride carbonica (CO2). Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) significa che i paesi che non riescono a rendere più verdi le proprie industrie si troveranno presto ad affrontare una nuova minaccia: un’efficace tassa sul carbonio che penalizzerà coloro che sperano di trarre profitto da attività ad alto contenuto di carbonio. Il sistema verrà applicato inizialmente a ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, elettricità, idrogeno e alcuni prodotti chimici. Ma sapete cosa significa questa “tariffa verde”? Come può costringere le aziende ad adattarsi a un processo di produzione più sostenibile?

Perché sono necessari?

La riduzione di carbonio comporta costi per alcune industrie, in particolare quelle che attualmente dipendono fortemente dai combustibili fossili, come la produzione dell’acciaio, o che ne emettono carbonio come parte dei suoi processi, come la produzione di cemento e calcestruzzo.

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Se un governo costringe la sua industria a ridurre carbonio mentre altre no, le aziende con sede in paesi con normative permissive saranno in grado di sovraperformare quelle di paesi più puliti con prodotti più economici. Ciò potrebbe significare che i prodotti più economici verranno venduti in quantità maggiori, emettendo di più carbonio nel processo – in modo che non vi sia alcuna riduzione complessiva carbonio rilasciati nell’atmosfera, mentre le industrie dei paesi più puliti soffrono senza benefici climatici.

Per questo motivo, i governi possono imporre costi o altre barriere alle importazioni. Queste normative aziendali sono note come Tasse alle frontiere sul carbonio, meccanismi di adeguamento dei confini del carbonio (CBAM) ou tariffe verdi.

Con la sua applicazione, le importazioni di determinati prodotti sarebbero soggette a tasse che ne aumenterebbero il prezzo, creando condizioni eque tra i paesi in cui le industrie sono soggette a normative commerciali. carbonio e quelli dove non lo sono.

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Perché non creare una tariffa globale?

La creazione di un prezzo globale per carbonio – che verrebbe addebitato a tutte le aziende per tonnellata di CO2 prodotta nelle loro attività – sarebbe una soluzione molto più semplice. Tuttavia, le discussioni sull’argomento vanno avanti da decenni, senza che nulla venga effettivamente deciso.

Per questo motivo – e a causa dell’emergenza climatica che stiamo vivendo – alcuni governi hanno deciso di agire in proprio, creando proprie tariffe verdi.

E cosa succede adesso?

L’UE ha preso l’iniziativa di creare un tariffa verde (CBAM), accettando di effettuare la segnalazione carbonio un requisito in settori quali ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, elettricità e idrogeno. Se l’accordo ancora provvisorio verrà approvato, a partire da ottobre 2023 inizierà una fase di sperimentazione.

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I paesi che più probabilmente si troveranno ad affrontare tariffe verdi Si tratta di paesi con un grande consumo di combustibili fossili e grandi industrie inquinanti orientate all’esportazione, come Cina, Australia, Turchia e India.

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